RIFLESSIONE di Pietrino Pischedda

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RIFLESSIONE di Pietrino Pischedda

Mi viene il pensiero che esista l’homo absconditus, non in senso negativo ma positivo, in quanto costui, prima di relazionarsi con gli altri, si relaziona con se stesso, con la sua interiorità, con la sua sincerità, con la sua vita privata, con la sua dimensione spirituale talmente insondabile che nessuno al mondo può scandagliare. L’uomo di oggi deve sentire il bisogno di appartarsi dal frastuono della città, dal parlare inconcludente dell’homo politicus, dal blaterare dell’uomo di strada che crede di essere homo sapiens, quando invece, ignorantemente, è homo ignorans. Il nascondersi nella propria privacy non deve necessariamente costituire una sorta di antemurale di difesa dall’altro, considerando l’altro come nemico da evitare sempre e dovunque. La occultatio sui, il velamento di se stesso, si commisura, paradossalmente e positivamente, con la libertà dell’altro, il quale, a sua volta, può determinarsi a far tesoro della ricchezza della propria interiorità per poi metterla a frutto nella communio con i suoi simili, a partire dalla comunità con cui quotidianamente si confronta. Il rinchiudersi in se stessi apparentemente sembrerebbe un depauperamento della propria persona e della propria personalità; in realtà, invece, è un consolidamento del proprio Ego interiore, sfrondato degli orpelli esteriori che caratterizzano l’homo vanus di tutti i giorni. È quanto mai espressiva, significativa e vera l’affermazione agostiniana che può riassumere questa mia riflessione odierna: “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas.” Posso io avere l’ardire di asseverare di possedere la verità? Posso io essere vero, credibile, giusto, ecc.? È una domanda a cui deve seguire una risposta: risposta che scaturisce dalla profondità della nostra vita spirituale fondata su verità da prendere in maniera assoluta.

Pietrino Pischedda

Roma 22 febbraio 2020

ANNO 2019: di Pietrino Pischedda

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ANNO 2019 : di Pietrino Pischedda

La carità delle noci, di manzoniana memoria, rappresenta un po’ la situazione di povertà dell’oggi, che, a dispetto delle apparenze, è una realtà concreta. I cosiddetti ricchi, e ce ne sono in abbondanza, vengono di gran lunga superati da una massa di poveri da vera paura. Si moltiplicano le opere benefiche a favore dei senza tetto, ma sembrano non bastare.
Ogni anno che termina riporta un consuntivo disastroso in fatto di assistenza. Ci vorrebbe un miracolo, ma il miracolo spetta a noi farlo!
È triste sentire che ancora muoiono per strada dei poveri a causa del freddo! Una manciata di noci (tradotto, una manciata di carità) ad opera di pochi, anche questi poveri, non può sopperire ai bisogni di milioni di bocche che aspettano il necessario per vivere dignitosamente.
La macchina dello Stato gira sempre male, non fermandosi o soffermandosi per strada a soccorrere il malcapitato. Non è sufficiente la carità operosa di Francesco per lenire i disagi di un popolo sempre più in difficoltà economica.
Sant’Egidio con la numerosa schiera di volontari è senz’altro encomiabile, ma non basta!
Parlo di Roma, perché vivo a Roma. Se si estende il campo di azione e si getta lo sguardo oltre, sappiamo, senza far finta di non saperlo, che l’anno che si chiude registra una catastrofe in termini umanitari.
L’accoglienza del prossimo non va boicottata o derisa, ma sostenuta ed estesa a largo raggio, pena il degrado sociale in continua crescita.
Tutti ci auguriamo che l’anno nuovo sia migliore. Io non sono un indovino e tanto meno un profeta. Magari fossi un profeta, molto più credibile dell’indovino che mai indovina e che pratica l’arte mantica a volte per sbarcare il lunario!
Tutti insieme proviamo a rendere più credibile e dignitosa la comunità di cui facciamo parte!
Buon anno in tutta sincerità!
Pietrino Pischedda
Roma 31 dicembre 2019

IL GRANDE CORO DI ROMA IN CONCERTO A RAVELLO: di Pietrino Pischedda

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IL GRANDE CORO DI ROMA IN CONCERTO A RAVELLO

RAVELLO: città stupenda, di cui si possono dire tante cose, che si compendiano nell’unica parola che si chiama Bellezza! Pare che prima il Creatore e poi la mano dell’uomo abbiano composto questo presepe che corona lo specchio di mare dove ci si può tranquillamente specchiare senza che l’identità personale venga distorta o sfigurata. Le luminarie di questo periodo natalizio rendono ancor più suggestiva l’immagine di questo Comune della Costiera Amalfitana, ma non sarebbero neppure necessarie, perché di per sé il tessuto urbano è talmente ben composito che non avrebbe bisogno di ritocchi di nessun genere.

Perché, però, parlo di Ravello?

Una Comitiva straordinaria si è spostata dalla Capitale per raggiungere in pullman Ravello percorrendo strade tortuose mozzafiato per i panorami indescrivibili sottostanti.

Un’allegra Compagnia, dotata di buone voci, capitanata dal noto e ottimo M° Fabrizio Adriano Neri. L’illustre Ensemble, con altre due persone di rilievo: la Mezzosoprano statunitense Amalia Dustim e il Pianista Andrea Calvani.

Non si è trattato di una gita semplicemente turistica (magari c’è stato pure questo aspetto), ma di un impegno musicale di tutto rispetto nell’Auditorium prestigioso della città.

Alle 18:00 di sabato 14 dicembre 2019 il Grande Coro di Roma, di cui da alcuni anni faccio parte, si è esibito in concerto regalando alla comunità di Ravello un numero cospicuo di brani musicalmente e artisticamente importanti.

Ravello rimarrà un dolce ricordo di paesaggi rasserenanti che fanno bene all’anima.

Una due giorni all’insegna della Musica che conta e che ti fa essere sereno dentro.

Pietrino Pischedda

Roma 16 dicembre 2019

-2:41

M a t t i n a t a: una vacanza con i fiocchi!

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HOTEL LA ROTONDA -MATTINATA (FG)

Dal sorgere del Sole al sorgere della Luna

di

Pietrino Pischedda

Esistono le beatitudini anche sulla Terra per chi sa coniugare Cielo Terra Mare ed è capace di contemplare ogni elemento che la Natura ci offre.


Ieri mattina mi son dato la sveglia ben presto e alle 6.00 ero già sulla terrazza dell’hotel prospiciente il mare, in attesa che spuntasse dalle onde, tra i primi bagliori dell’alba, la immensa palla di fuoco che ci illumina e riscalda durante il giorno. Quanto ho visto è inenarrabile, perché meraviglioso è il prodigio che si ripete quotidianamente e si rivela datore di bene per tutto il creato.

Che dire di questa realtà, unica al mondo, che oltre all’hotel, le cui stanze, seppur un po’ spartane, si presentano decorose e dotate dei servizi necessari, offre la bellezza di una enorme propaggine che va ad affacciarsi direttamente sul mare, dando l’impressione di trovarsi su una nave da crociera, nella quale il personale si contraddistingue per professionalità, cortesia e grande senso di ospitalità?

Tutto vero ciò che sto raccontando!

È la seconda volta che vengo in questo angolo di paradiso, abbellito anche da una piscina.

Qui sembra di stare nella piazza del paese, dove in qualsiasi ora del giorno, fino al tramonto, si ritrovano numerosi ospiti di turno, riuniti per nuclei famigliari, attorno ai tavolini, per gustare il caffè o le bibite che il simpaticissimo Pasquale si affretta a servire.

Una piccola comunità multietnica di persone di ogni età, di ogni credo con simpatia e spontaneità scambia sorrisi, saluti e instaura sane e lodevoli amicizie.

Non è però solo la bella piazza-terrazza, tutta alberata, a creare vincoli di fraternità, ma anche il ristorante che, oltre al pregio dell’ampiezza e bellezza delle sale, si contraddistingue per la bontà e genuinità delle vivande, per la cordialità e la professionalità dei camerieri in perfetta tenuta di servizio, diretti magistralmente dal capo sala Paolo.

Ogni sera, inoltre, dopo cena, una porzione di terrazza si trasforma in una confortevole sala cinematografica a cielo aperto: il bravissimo Pasquale, infatti, tira fuori dal suo capiente cilindro un film più bello dell’altro.

Prima che inizi lo spettacolo c’è l’attesa del sorgere della Luna, che mostra, come sempre, tutto il suo splendore. Da questo vasto spiazzo la si vede spuntare all’orizzonte, prima rossa e poi man mano che si alza nel cielo, lucente a servizio della Natura, che da lei si sente protetta.

Grazie per questo eccellente dono, che, tradotto, è l’Hotel La Rotonda a Mattinata (FG)!

Pietrino Pischedda

2 settembre 2018

NECROPOLI ETRUSCA di CERVETERI

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Cerveteri: alla scoperta del mondo degli Etruschi visitando l’immensa necropoli.


Sai, quando ti viene improvvisamente il ghiribizzo di fare qualcosa di culturalmente e ricreativamente diverso, sopratutto nel giorno della festa della Repubblica, che cosa avviene? Si parte di buon mattino e si adempie quel voto da anni agognato e mai realizzato. Una decisione repentina ma salutare quella di stamani di andare a visitare la necropoli etrusca di Cerveteri, a metà strada tra la Capitale e Civitavecchia. Quando si entra in quel Regno e si percorrono i lunghi e ombreggiati camminamenti tra frondose e maestose querce che vegliano sui numerosi tumuli che racchiudono le segrete tombe degli antichi Etruschi da XXV secoli, il silenzio cala tra i pellegrini che si apprestano a tributare la doverosa devozione alle anime dei Padri che aleggiano in ogni angolo dello sconfinato sacrario. Le pietre qui parlano: parlano etrusco; esprimono civiltà; narrano Arte, che ha segnato i secoli successivi. Suggestivo ed emozionante l’ingresso nella grande tomba ipogea appartenuta alla nobile famiglia dei Matuna o nella famosa tomba della Capanna che imita le abitazioni di quel periodo storico. Con marcata sorpresa il nostro andare tra i sepolcri è rimasto brevemente sospeso dall’apparizione di un gatto uscito chissà da quale anfratto. La presenza di quel micio ci ha fatto supporre che altri felini si aggirano tra gli infiniti tumuli ricoperti di vegetazione spontanea e comunicano con gli spiriti che si aggirano invisibili tra le pietre tagliate e scolpite dalle abili mani degli Etruschi, la cui civiltà non è destinata a perire ma a rimanere sempre viva nei secoli avvenire.

Pietrino Pischedda
2 giugno 2018

“AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA” al Brancaccio (11. 11. 2017): commento di Pietrino Pischedda

Posted on nov 12 in: Senza categoria - Commenti disabilitati

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA

Ieri sera al Brancaccio.

La commedia più bella che abbia mai visto a teatro. Tutto all’insegna dell’allegria, del divertimento e del rilassamento totale. E sì, proprio così. Dall’inizio alla fine, in un climax di battute, figurazioni, musiche, canti, immagini, ecc. l’attenzione dello spettatore non declina ma si fa via via sempre più viva in attesa dell’esito finale, che non può che essere considerato positivo dal punto di vista socioreligioso di una piccola comunità che si stringe attorno al suo parroco, strumento indiscutibile di redenzione e salvazione del suo esiguo gregge. Don Silvestro, interpretato dal magnifico Gianluca Guidi, figlio d’arte, degno erede del grande Johnny Dorelli, con il suo cast di attori altrettanto incantevoli e autentici professionisti, per tre ore strega il pubblico, che a più riprese applaude perché soddisfatto di tanta visione. Il secondo diluvio universale non avviene, nonostante la proclamazione di esso dalla viva voce del Padre che sta Lassù. Pochi sarebbero destinati a salvarsi, dopo aver consumato una notte d’amore prima di imbarcasi nell’Arca, costruita a regola d’arte secondo i dettami giunti dall’alto. Alla fine arriva il compromesso, curioso e significativo compromesso tra Dio e il suo rappresentante in sacris, don Silvestro, il quale, di fronte alla prospettiva che a salvarsi siano soltanto lui e l’innamoratissima Clementina, scende dall’Arca e si mostra risoluto a farsi travolgere dall’acqua insieme ai suoi fedeli. Una colomba, inviata da Dio, che raffigura Dio stesso che scende tra gli uomini, annuncia il sereno, pone fine alla tragedia del diluvio e occupa quel posto a tavola che era stato a bella posta riservato. Dio quindi si china verso l’umanità, credente e non credente, e porge la sua mano misericordiosa. È rilevante, a mio avviso, in questa commedia, l’aspetto dell’amore, mai considerato peccato ma alla fine redento attraverso l’unione sponsale tra Toto e Consolazione davanti al ministro della Chiesa. Interessante anche la “vexata quaestio” del celibato ecclesiastico, non condiviso (nella commedia) dalla Divinità parlante. Altre osservazioni si potrebbero fare e altre riflessioni si potrebbero proporre a chi non conosce quest’opera. Il mio consiglio è di recarsi a teatro!

Pietrino Pischedda

Rocca Imperiale (CS) Il Paese della Poesia a cura di Pietrino Pischedda

Posted on set 06 in: Senza categoria - Commenti disabilitati

Rocca Imperiale
(CS)


Il Paese
della
Poesia


a cura di Pietrino Pischedda



Rocca Imperiale non è il Paese dei Balocchi ma Il Paese della Poesia, il cui Castello Svevo ogni anno si reincanta come per magia, perché in esso aleggia la Musa che dall’alto ammanta il Borgo intero ornandolo di parole che suonano Poesia.


Questo villaggio, arroccato ai piedi del superbo Maniero, nelle sue vie strette e lastricate dà l’idea di un Santuario a cielo aperto, in cui il pellegrin che passa si sofferma di tanto in tanto a leggere e meditare le parole scolpite sulle stèle delle facciate delle case, a nome e ricordo di Poeti Nostrani, antichi e attuali.


Dall’alto della Rocca fino al Mare si inseguono vivide e divine le parole di migliaia di Poeti che si gloriano dell’alloro poetico ricevuto dalle mani del grande ispiratore e artefice de Il Federiciano, Giuseppe Aletti.


Io non ho più parole per narrare le meraviglie di Codesto Paese, perché ogni volta che mi accingo a parlarne rimango incantato e mi si spezza il sentire, che si annulla nella realtà beatificante del vedere.


È impressionante, infatti, vedere Piazza d’Armi, all’interno del Castello, gremita all’inverosimile di Innamorati della Poesia, accompagnati come a festa di nozze da parenti e amici che incoraggiano e plaudono.

La Poesia qui, in questa contrada calabra bagnata dal Mar Jonio, ci avverte che non è morta e non è fantasia ma è una Persona che vive e si eterna nella continuità senza fine dei suoi Cultori, che sono i Poeti di ieri e di oggi

FEDERICIANO IX di Pietrino Pischedda

Posted on ago 21 in: Senza categoria - Commenti disabilitati




FEDERICIANO  IX

Rocca Imperiale 18 – 26 agosto 2017

  • È la seconda volta che partecipo al Festival della Poesia egregiamente organizzato da Aletti Editore e dal suo Staff, compreso il piccolo Carlo, il quale, come il padre Giuseppe, promette bene in fatto di manager della sezione “Germogli”.
  • Chissà perché, ma stavolta ho sentito più vivo e familiare questo incontro di tanti poeti venuti da ogni parte d’Italia.
  • Mi sono emozionato come un bambino, quando Giuseppe Aletti, amico carissimo di “vecchia” data, ha rievocato la nascita della Rivista Orizzonti, alla cui realizzazione è stato importante anche il mio contributo nel lontano 1994.
  • Non so come ringraziare Giuseppe per l’elogio che ha fatto di me davanti al Sindaco e al vice Sindaco di Rocca Imperiale.
  • La Poesia anche quest’anno ci ha unito e ci ha sollecitato a coltivarla intensamente senza mai stancarci. Essa è vita ed è ispiratrice di alti sentimenti di fratellanza e di amore.
  • Il Paese della Poesia, Rocca Imperiale, nelle vie lastricate che s’inerpicano fino al Castello che sorveglia come Nume tutelare il borgo sottostante, è ormai diventato il Sacrario ideale e reale, dove la Parola poetica è stampata sulle facciate delle case e aleggia e profuma al pari dei limoni, copiosamente presenti in questa contrada.
  • Rientrato a Roma nel primo pomeriggio, sento ancora risuonare i versi declamati dai Poeti Federiciani in Piazza d’Armi all’interno del Castello. Risento pure la mia voce mentre proclama quelle parole che sanno di poesia.
  • Tutto il Borgo ormai, dalla possente Fortezza alla Marina, canta poesia.
  • Tutto merito di quel giovane che io conosco da tempo e che fa grande e importante la Poesia, Giuseppe Aletti.
  • Io sono tra i chiamati della prima ora (20 agosto).
  • SPECIALE ABRUZZO di Pietrino Pischedda

    Posted on mar 13 in: Senza categoria - Commenti disabilitati


    SPECIALE ABRUZZO


    di


    Pietrino Pischedda


    Tutto nasce da qui, da questo luogo suggestivo, il Teatro dei Marsi ad Avezzano, in una serata magica, quella dell’11 marzo 2017, che ha visto la presenza del mitico Franco Battiato e la partecipazione di numerosissimi fan, tra i quali c’ero anch’io con mia moglie. grazie a un dono di mia figlia, che ha provveduto  all’acquisto dei biglietti.

    L’impatto con l’Abruzzo è stato subito accogliente: prima a Magliano dei Marsi, da “Martino”, tipico ristorante locale che offre delizie a non finire; poi al B&B “A casa di nonna”, a Massa d’Albe, rifugio accogliente  e ideale per il weekend e non solo, posto alle pendici del Monte Velino.

    Il punto di attrazione, però, era lì, all’interno di quel tempio d’Avezzano, dove l’atteso era lui, il vate della canzone soffusa di una carica mistica così potente da tramortire i sensi e portare lo spirito a un  godimento inenarrabile e ineguagliabile.

    Due ore sono passate nell’appagamento totale di corpo e anima, prima coinvolti dalla voce suadente e monacale di Juri Camisasca e poi dalla sequenza dei brani misticheggianti e meditativi di Franco Battiato, applauditissimo da una assemblea in festa.

    Si è così avverato e concretizzato il mio desiderio di vedere e ascoltare da vicino questo grande maestro della musica italiana, in un’atmosfera surreale di giochi di luce e di strumenti musicali suonati con vera arte.

    La serata si è congiunta alla notte, nella quale, dopo aver nutrito lo spirito con la valenza mistica della canzone del cantautore siciliano, si è deliziato anche il corpo con il cibo semplice ma appagante in un piccolo ristorante, “Il teatrino”, accanto al grande Teatro.

    La notte “a casa della nonna” si è caricata dei ricordi della prima serata che si sono trasformati in sogni, dolci e cari sogni di una musica destinata a segnare significativamente la mia emotività per sempre.

    La musica è arte e genera arte  rendendo la mente adusa a sentire i suoni provenienti dalla Natura incontaminata dei monti ancora innevati sul finire dell’inverno, di questo inverno.

    La mattina seguente, di domenica, con le note indimenticabili e incancellabili della vigilia, non poteva non avere un interesse altrettanto allettante dal punto di vista culturale, con la visita all’area archelogica di Alba Fucens.

    A mezzogiorno avanzato, la decisione di fare la trasvolata dal Velino al Gran Sasso sfrecciando con la propria auto attraverso i villaggi incantevoli di Ovindoli,  Rocca di Mezzo, Terranera,  in un crescendo di salite, discese e tornanti con scene di montagne innevate da vero incanto.

    Per il pranzo ci attendeva Assunta nel suo bel ristorante a Tempera, dove l’accoglienza cortese e la buona cucina sono di casa.

    Prima di intraprendere la via del ritorno nella Capitale, mi è sembrato doveroso rivisitare Camarda. dove un tempo avevo casa e dove trascorrevo momenti di intenso silenzio e beatificante pace. Dopo otto anni dal terribile terremoto che ha coinvolto L’Aquila e i dintorni, si è riaperta la ferita nel cuore per le immagini di un paese desolato, dove si intravvedono i tentativi di un risanamento e di una ripresa, che auspichiamo avvenga quanto prima.

    Pietrino Pischedda

    Una vacanza breve ma speciale a Mattinata di Pietrino Pischedda

    Posted on ago 11 in: Senza categoria - Commenti disabilitati

    Una vacanza breve ma speciale a Mattinata
    di
    Pietrino Pischedda

    Che tutta la Puglia sia bella e ricca di attrazioni dal punto di vista paesaggistico e artistico non spetta a me dirlo, visto l’afflusso turistico che si registra in tutto l’arco dell’anno, ma soprattutto nella bella stagione per via dell’accoglienza offerta dal suo mare incontaminato.

    Il caso ha voluto che quest’anno, nella prima settimana d’agosto, con la consorte capitassi in un angolo di paradiso, precisamente a Mattinata, in provincia di Foggia.

    Di contrada in contrada, dopo aver girato attorno al Cimitero dell’antica Apeneste, attraverso un labirinto di stradine, costeggiate da entrambi i lati da miriadi di ulivi, il nostro viaggio dalla Capitale si è concluso davanti al mare, su una terrazza spaziosissima, costruita da mani d’uomo, prospiciente il Golfo di Manfredonia e  resa incredibilmente accogliente dalla presenza di ulivi e di una grande piscina.

    L’Hotel La Rotonda sul mare, prenotato pochi giorni prima, ci ha regalato l’habitat più sereno e confortevole mai provato negli anni precedenti.

    L’amenità del luogo, la buona cucina, il silenzio, il tratto umano e signorile dei proprietari e del personale lasciano il segno, dopo che l’esperienza di una breve vacanza ha avuto il suo epilogo.

    Ciò che più crea stupore infinito e mai pago è lo spettacolo offerto da quella magica terrazza, che dà la sensazione di stare sul mare, sia quando si sta seduti a uno fra tanti tavolini a sorseggiare una tazzina di caffè, sia quando ci si affaccia alla lunghissima balaustrata in legno, sovrastante la spiaggia ghiaiosa colma d’ombrelloni e di bagnanti, con lo sguardo proteso sulle acque cristalline racchiuse nel Golfo di Manfredonia.


    Quando la contemplazione è ormai satura di emozioni e si è quasi inebriati dalla visione di tanto splendore, che si perde all’orizzonte, diventa incontrollata la voglia di scendere qualche gradino e tuffarsi in un mare setoso e avvolgente, restii a uscirne, perché il corpo e lo spirito ne traggono incommensurabile giovamento.

    Mai avremmo voluto abbandonare, neppure per un istante, quel luogo beato e beatificante, se una ricorrenza importante, quale quella del nostro decennale di matrimonio, non ci avesse spinto oltre, la sera del 6 agosto, verso la chiesa parrocchiale  Maria Regina di Siponto, dopo aver visitato, nella stessa località, la bella Basilica di Santa Maria Maggiore.

    Il giorno prima della partenza, la pioggia incessante e copiosa fin dalle prime ore ci ha fatto cambiare nuovamente programma per andare su nel Gargano in visita a Monte Sant’Angelo.

    Che spettacolo questa cittadina biancovestita, accoccolata sulla montagna e convergente con il Santuario di S. Michele Arcangelo, nelle cui sacre latebre l’anima si redime e si rigenera!


    Ora che il viaggio è finito, rimane la consapevolezza di aver scelto, aiutati dalla fortuna, il luogo giusto per una vacanza degna del suo nome, ma col proposito di ritornarci nel prossimo futuro.

    Pietrino Pischedda

    Roma, 11 agosto 2016