I fatti e i personaggi di cui si narra in questo libro sono immaginari. Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali  è del tutto casuale.
Una raccolta di racconti ambientati tutti in un’isola che è indubbiamente un mondo a sé, forse come poche isole al mondo: la Sardegna. Tratti di caratteri locali disegnati con vivacità e arguzia, finezza e incisività. Ne nasce un caleidescopio di personaggi e situazioni che hanno in comune, malgrado il tono che sembra talvolta sconfinare nella fantasia e nel sogno, la puntuale aderenza alla originale realtà sarda.
Ispàntu: meraviglia…Una parola della lingua sarda ricca di significato. Meraviglia per il sole che nasce lievemente dalle onde, quando l’alba perlacea irrora delal sua luce morbida un paesaggio singolare, pieno di contrasti. Meraviglia per la singolarità caratteriale di taluni, che sfocia talvolta nella stranezza, meraviglia per la capacità di comprensione, di tolleranza e anche di genuina bontà della gente comune, perfino nelle situazioni in cui “essere buoni” non è cosa facile. È una Sardegna ricca di umanità, quella descritta nel libro, di sicuro la più vera, la più amabile e amata. Indubbiamente originale e indovinata la “trovata” dell’autore di basare ciascun racconto su una espressione tipica della lingua sarda, quasi che le parole possano incarnare la realtà della vita quotidiana e incarnarsi in essa, farsi eco e allo stesso tempo suggestione di pensieri, atteggiamenti, momenti esistenziali. Pietrino Pischedda mostra di possedere uno stile narrativo personale, attento a cogliere le sfumature caratteriali dei personaggi, come fossero frammenti di humanitas da conservare, da non disperdere senza rimedio nelle nebbie della disattenzione. (Dalla presentazione di Berardo Berardinelli)
Pietrino Pischedda mostra di possedere uno stile narrativo personale, attento a cogliere le sfumature caratteriali dei personaggi, come fossero frammenti di humanitas da conservare, da non disperdere senza rimedio nelle nebbie della disattenzione.
Non è facile sfuggire al fascino dell’atmosfera sospesa di Ite este suzzessu ista notte!, una storia minima (vi si racconta la morte di Lughìa, una donna che tutti in paese considerano santa) che riesce tuttavia a restituire prodigiosamente  un momento di preziosa congiunzione tra la realtà terrena e quella ultraterrena, tra tempo ed eternità.
Ed è impossibile non essere toccati dalla figura deIl’Imboligosu, ambigua e inquietante, così come da quella di Tilippu l’abbudegadu, un disgraziato che si consola gonfiandosi di cibo, e che arriva a farsi quasi sbudellare dal filo spinato, nel tentativo di procurarsi un piatto di lumache. Il lettore potrà scoprire nelle pagine del libro altre storie e altri personaggi non facilmente dimenticabili, perché felicemente descritti con l’inchiostro più efficace: quello della verità. ( dalla presentazione di Berardo Berardinelli)

Pietrino Pischedda

Po ispassu

Per divertimento

Racconti

Ispassu è una parola sarda che significa divertimento. La raccolta di racconti esposti in questo libro non può che destare sano e costruttivo divertimento per i temi trattati, che scaturiscono dall’idea dell’autore di basare ciascuna narrazione su una espressione tipica della lingua sarda. I caratteri dei personaggi inventati dal narratore riflettono la genuina semplicità di vita del mondo contadino della Sardegna postbellica, caratterizzata da una povertà dignitosa e da una profonda umanità. A ogni fatto, non scevro da humor e da situazioni tragicomiche, è sempre sottesa, come nella favolistica classica, la morale. Il lettore potrà scoprire nelle pagine del libro diverse storie di vari personaggi non facilmente dimenticabili, perché descritti con tanta efficacia da sembrare spaccati autentici di vita paesana.