Il De exilio Cupidinis di J. Caviceo è un dialogo tra Graecus e Latinus.
Si parla – come dice il titolo – di Amore, il grande nemico che bisogna bandire dal mondo, per evitare che ogni vivente sia da lui oppresso: “vivens omnis Cupidinis praeda est”.
Latino, amico saggio e forte, corre in aiuto a Greco, uomo piuttosto debole, in preda a incessanti tribolazioni causategli da Amore.
Nel corso della narrazione compaiono qua e là altri personaggi della classicità greco-latina, anch’essi bersaglio delle frecce scagliate da Cupido.
Amore è condotto davanti ai Tribuni per essere processato. Si sviluppano le arringhe di accusa e di difesa dell’imputato. Se ne dispone quindi l’esilio.
Il concetto di una vendetta da prendersi su Amore perdura dall’inizio alla fine del dialogo.
In conclusione, supportato e consolato da Latino, Greco invita comunque a venerare Amore e ad affrontarlo con le armi della cautela e della saggezza.