L a P a r o l a … in un “fiat” פיאט: di Pietrino Pischedda

Posted on ott 13 in: Senza categoria - Commenti disabilitati

L a P a r o l a … in un “fiat” פיאט


Vuoto assoluto, caos totale, mistero infinito!
Dov’era Jahvè prima che l’Universo fosse?
Un Dio apparentemente solo ma in realtà trinitario: un solo Dio in tre persone! Questo è il grande mistero che non riusciamo a decifrare, che non siamo in grado di capire neanche un po’! Solo con un atto di fede!
Non c’era un luogo specifico, fisico, materiale, perché Dio non è materiale ma spirituale. Eppure le tre divine Persone conversavano tra di loro, parlavano una lingua che non è dato sapere a noi mortali: noi così misurati in una finitezza troppo sproporzionata rispetto all’immensità dell’Infinito.
La parola è nata lì, nell’infinità, perché Dio è la Parola primigenia, da cui sono fluite parole senza numero che hanno inondato il creato.
Ed ecco che Jahvè si affaccia dal suo regno di luce e pronuncia ripetutamente la prima parola: “fiat” פיאט !
Che meraviglia! Con un verbo Dio crea tutte le cose che fanno parte dell’universo, dal nulla! Dio è la Parola creatrice che dà vita all’uomo e lo fa suo simile dotandolo di quella parola quale strumento necessario per colloquiare tra loro, Dio e l’uomo, l’uomo e Dio.
Quel “fiat” è così potente ed efficace, che rende l’universo intero perfetto, ben congegnato, ben articolato, nel quale ciascun elemento è chiamato col suo nome, come ogni uomo è chiamato col suo nome in virtù di quella parola che dà nome alle persone e alle cose.
Nella pienezza dei tempi la Parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 14).
Il quadro dell’Antica e Nuova Alleanza si riempie di testimoni della Parola, animati dallo Spirito che infonde coraggio nell’annuncio del messaggio profetico.
È troppo importante la parola per essere spiegata e compresa nella sua interezza.
L’uomo è il privilegiato del dono della parola, a differenza degli animali, che, pur nelle loro capacità intuitive, non hanno tale facoltà.
Per mezzo della parola ci consigliamo, ci persuadiamo gli uni gli altri, chiariamo a noi stessi i problemi riguardo ai quali decidiamo, costruiamo città, istituiamo leggi ed escogitiamo dei mestieri. Tutto ciò grazie alla parola (λόγος)!
“… ἐγγενομένου δ’ ἡμῖν τοῦ πείθειν ἀλλήλους καὶ δηλοῦν πρὸς ἡμᾶς αὐτοὺς περὶ ὧν ἂν βουληθῶμεν, [...] πόλεις ᾠκίσαμεν καὶ νόμους ἐθέμεθα καὶ τέχνας εὕρομεν. (Isocrate)
Oggi, grazie ai social network, la parola si espande e si diffonde all’istante da un capo all’altro della Terra, per cui comunichiamo virtualmente, anche mediante la nostra immagine, manifestando i nostri pensieri, i nostri problemi, le nostre emozioni, le nostre gioie e le nostre sofferenze.
Penso sempre all’«iter» della parola da Adamo fino ai nostri giorni!
Nessuno potrà mai scoprire il linguaggio dei progenitori: avranno piano piano imparato a costruirsi dei suoni e quindi a formare delle parole, per arrivare in seguito a formulare delle frasi di senso compiuto.
Lungo quindi è stato il cammino della parola nei secoli!
Ma la parola corre veloce, perché gli uomini di tutti i tempi hanno bisogno di notizie, hanno necessità di conoscere la verità, hanno urgenza di avere giustizia, hanno il diritto di essere riconosciuti tutti fratelli!
“Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.” (Ps 147, 4)
La parola è come una spada: “la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.” (Ebr 4, 12)
Beato chi possiede il dono della parola e sa trasmetterla in maniera convincente e costruttiva!
Il “fiat lux” primordiale si rinnovella giorno dopo giorno attraverso i messaggeri di pace, la testimonianza dei martiri della fede, le sofferenze dei poveri e dei malati, l’annuncio del κήρυγμα dato da tutti gli uomini di buona volontà.
Le parole di bontà, di luce e di speranza fanno eco al “fiat lux” del primo istante uscito dalla bocca di Jahvè.
Stonano le parole dei falsi profeti che vogliono oscurare la luce della creazione; spaventano le parole di chi attenta alla vita degli umili per averne un tornaconto personale; spaventa il grido di guerra che si ripete senza sosta in varie parti del mondo. Queste non sono parole di luce ma di pianto.
La parola si fa preghiera in questo tempo in cui il mondo è sconvolto dal diffondersi della pandemia. Si invoca il “fiat lux” perché vengano dissipate le tenebre del male oscuro che aggredisce l’umanità e ritorni a rifiorire la salute.
Pietrino Pischedda
Roma 13 ottobre 2020

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