Consigli per una vita sana: di Pietrino Pischedda

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C o n s i g l i  P e r  U n a  V i t a  S a n a

Consigli di Aulo Cornelio Celso (Aulus Cornelius Celsus), medico romano (25 a. C. – 45 d. C.) per una vita sana ( De medicina I, 2)
Celso s’introduce con la parola “imbecillis,” il cui etimo è “in baculum”, che richiama alla dipendenza, cioè alla necessità di una persona malferma di sostenersi usando il bastone, onde evitare cadute rovinose.
“Imbecilles” sono evidentemente le persone fragili, nella cui categoria rientrano, a detta dell’autore, gran parte di chi vive in città e, ahimè, tutti i cultori di lettere, i quali devono prestare attenzione a condurre uno stile di vita adeguatamente salutare.
“At inbecillis, quo in numero magna pars urbanorum omnesque paene cupidi litterarum sunt, observatio maior necessaria est, ut, quod vel corporis vel loci vel studii ratio detraxit, cura restituat.”
Più tardi il Petrarca, nel “De vita solitaria”, parlerà della vita misera dell’uomo di città rispetto a quella vissuta fuori dal contesto urbano.
A riguardo, però, i pareri, giustamente, possono essere discordanti!
Ma vediamo quali rimedi suggerisce il medico Celso, a seconda dei casi!
Il buon giorno si vede dal mattino!
Chi ha digerito bene, al mattino si alzerà al sicuro; chi ha digerito poco,  deve riposare; chi si è dovuto alzare presto,  deve dormire di nuovo; chi non ha digerito, non deve far altro che riposare in maniera assoluta e non deve affaticarsi sottoponendosi ad allenamenti o ad affari.
“Ex his igitur qui bene concoxit, mane tuto surget; qui parum, quiescere debet, et si mane necessitas surgendi fuit, redormire; qui non concoxit, ex toto conquiescere ac neque labori se neque exercitationi neque negotiis credere.”
Attenzione poi ai rigurgiti!
Chi rutta malamente senza palpitazioni cardiache, deve bere a intervalli acqua fresca e concedersi un po’ di riposo.
“Qui crudum sine praecordiorum dolore ructat, is ex intervallo aquam frigidam bibere, et se nihilo minus continere.”
E l’abitazione?
È importante abitare in una casa luminosa che d’estate sia ventilata e d’inverno sia riscaldata dal sole. Bisogna guardarsi dal sole di mezzogiorno, dal freddo mattutino e serale, e così dalle correnti dei fiumi e degli stagni e soprattutto stare attenti al sole che fa breccia tra le nuvole, affinché non lo danneggi ora il freddo, ora il caldo: questa situazione procura appunto raffreddori e riniti.
“Habitare vero aedificio lucido, perflatum aestivum, hibernum solem habente; cavere meridianum solem, matutinum et vespertinum frigus, itemque auras fluminum atque stagnorum; maximeque nubilo caelo soli aperienti se committere, ne modo frigus, modo calor moveat; quae res maxime gravidines destillationesque concitat.”
Tutti questi accorgimenti bisogna soprattutto prenderli  nei luoghi malsani, nei quali    si ingenerano anche le pestilenze.
“Magis vero gravibus locis ista servanda sunt, in quibus etiam pestilentiam faciunt.”
Ma quando è che il corpo si può ritenere sano? Ecco la risposta di Celso!
Quando al mattino l’urina è chiara e poi rossastra, per comprendere che se è bianca, stiamo digerendo; se è rossastra, abbiamo digerito.
“Scire autem licet integrum corpus esse, quo die mane urina alba, dein rufa est: illud concoquere, hoc concoxisse significat.”
Come comportarci una volta che ci siamo svegliati?
Bisogna stare tranquilli, calmi, senza pensieri; poi, se non è inverno, rinfrescare la bocca con molta acqua; nei giorni lunghi fare la siesta piuttosto prima del pasto; altrimenti, dopo quello.
“Ubi experrectus est aliquis, paulum intermittere; deinde, nisi hiemps est, fovere os multā aquā frigidā debet; longis diebus meridiari potius ante cibum; si minus, post eum.”
Come comportarsi nella stagione invernale!
Bisogna dormire per tutta la notte; se però si deve lavorare di notte, non è  consigliabile lavorare dopo il pasto ma dopo la digestione
“Per hiemem potissimum totis noctibus conquiescere; sin lucubrandum est, non post cibum id facere, sed post concoctionem.”
Non bisogna inoltre lasciarsi sopraffare dagli impegni quotidiani, privati o pubblici, ma è necessario riservare un po’ di tempo al  proprio corpo, la cui prima cura è l’esercitazione, da espletare sempre prima del pasto, magari più prolungata da parte di chi ha faticato meno e ha digerito bene; più rilassata, invece, da parte di chi è stanco e non ha digerito bene.
“Quem interdiu vel domestica vel civilia officia tenuerunt, huic tempus aliquod servandum curationi corporis est. Prima autem eius curatio exercitatio est, quae semper antecedere cibum debet, in eo, qui minus laboravit et bene concoxit, amplior; in eo, qui fatigatus est et minus concoxit, remissior.”
Buoni esercizi sono anche la lettura ad alta voce, le armi, la palla, la corsa e la passeggiata. Quest’ultima però non è consigliabile in pianura, a meno che uno non sia particolarmente debole, ma in salita e in discesa, in quanto c’è maggiore movimento del corpo. È preferibile, inoltre, fare la passeggiata all’aperto che in un portico;  al sole che all’ombra, se non ne soffre la testa; meglio all’ombra prodotta da una parete o da un albero che sotto un tetto; meglio rettilinea che tortuosa.
“Commode vero exercent clara lectio, arma, pila, cursus, ambulatio, atque haec non utique plana commodior est, siquidem melius ascensus quoque et descensus cum quadam varietate corpus moveat, nisi tamen id perquam imbecillum est: melior autem est sub divo quam in porticu; melior, si caput patitur, in sole quam in umbrā, melior in umbrā quam paries aut viridia efficiunt, quam quae tecto subest; melior recta quam flexuosa.”
Scopo dell’esercitazione, per lo più, deve essere il sudore (sudor), stancandosi ma non affaticandosi troppo e senza una regola fissa, alla maniera degli atleti.
“Exercitationis autem plerumque finis esse debet sudor aut certe lassitudo, quae citra fatigationem sit, idque ipsum modo minus, modo magis faciendum est. Ac ne his quidem athletarum exemplo vel certa esse lex vel inmodicus labor debet.”
Dopo l’esercizio fisico bisogna prima praticare l’unzione, al sole o presso un fuoco, poi il bagno in una stanza possibilmente alta, luminosa e spaziosa. Dopo bisogna riposare un po’.
“Exercitationem recte sequitur modo unctio, vel in sole, vel ad ignem; modo balineum, sed conclavi quam maxime et alto et lucido et spatioso. […] Post haec paulum conquiescere opus est.”
Quando ci si siede a tavola non è consigliata né l’eccessiva sazietà né l’eccessiva sobrietà. Meglio eccedere nel bere che nel mangiare!
“Ubi ad cibum ventum est, numquam utilis est nimia satietas, saepe inutilis nimia abstinentia: si qua intemperantia subest, tutior est in potione quam in escā.”
Menù:
Prima i salumi, le verdure o qualcosa di simile.
Poi la carne: ottima se arrostita o lessa. I cibi conditi, anche se più gustosi, non sono facilmente digeribili!
“Cibus a salsamentis, holeribus similibusque rebus melius incipit; tum caro adsumenda est, quae assa optima aut elixa est. Condita omnia duabus de causis inutilia sunt, quoniam et plus propter dulcedinem adsumitur, et quod modo par est, tamen aegrius concoquitur.”
Quanti pasti al giorno?
Niente in contrario per un secondo pasto, se uno ha uno stomaco sano; in stomaco debole il cibo inacidisce! Per uno poco sano di stomaco è consigliabile, all’inizio del pasto, mangiare datteri, frutta o cose simili.
“Secunda mensa bono stomacho nihil nocet, in imbecillo coacescit. Si quisitaque hoc parum valet, palmulas pomaque et similia melius primo cibo adsumit.”
Dopo aver bevuto molto, non bisogna mangiare nulla; dopo una scorpacciata, non bisogna fare nulla! Quando uno è sazio, digerisce più facilmente se conclude con una bevuta di acqua fresca, quindi sta un po’ sveglio e poi si concede al sonno. Se uno si è ben saziato durante il giorno, dopo il pasto non deve esporsi né al freddo né al caldo né alla fatica, poiché tali comportamenti nuocciono non tanto a corpo digiuno quanto a corpo piuttosto sazio. Se per qualche motivo è in programma un digiuno, bisogna evitare ogni fatica.
“Post multas potiones, quae aliquantum sitim excesserunt, nihil edendum est, post satietatem nihil agendum. Ubi expletus est aliquis,facilius concoquit, si, quicquid adsumpsit, potione aquae frigidae includit, tum paulisper invigilat, deinde bene dormit. Si quis interdiu se inplevit, post cibum neque frigori neque aestui neque labori se debet committere: neque enim tam facile haec inani corpore quam repleto nocent. Si quibus de causis futura inedia est, labor omnis vitandus est.”
A conclusione di questo mio lavoro, credo che i consigli di Celso siano sempre utili in ogni tempo, per chi voglia mantenere in buona forma il proprio corpo per il bene anche del proprio spirito!
Pietrino Pischedda
Roma 10 ottobre 2020

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